Accompagnatori degli adulti

Pubblicato giorno 15 marzo 2016 - Catechesi

Capaci di operare, l’uno accanto all’altro, in équipe – Umili compagni di strada

Sto camminando da solo con passo stanco e un po’ annoiato. Forse sono anche demotivato. Faccio fatica a mettere i piedi l’uno davanti all’altro e il desiderio di fermarmi è davvero forte.

Inaspettatamente si avvicina una persona che conosco appena, si affianca e mi fa capire con il solo sguardo e il suo sorriso sincero che è contenta di avermi incontrato e di voler condividere il mio stesso cammino. Le sue parole non sono molte, parla più con i gesti e i silenzi, eppure non la sento distante, anzi sento che la sua presenza discreta e calma mi fa sentire meno solo e ha il potere di dare forza ai miei passi.

Non fa domande, si limita ad ascoltare, qualche volta sottolinea una mia espressione quasi a dirmi che lì è il punto sui cui mi devo fermare e riflettere di più per trovare la risposta ai miei tanti perché. Mi aiuta soprattutto a ritrovare il gusto della compagnia, del cercare insieme, e lentamente sento che la stanchezza sta passando, lasciando spazio a un crescente interesse e a un senso di piacevolezza per aver ritrovato un compagno di viaggio. Insieme a lui scopro anche che il vangelo, alle volte così apparentemente distante dalla mia vita, in realtà ha ancora parole che la possono illuminare, che la orientano verso orizzonti di maggiore fiducia e libertà.

Accompagnare gli adulti significa proprio questo: essere discreti compagni di viaggio, amici consapevoli di non aver tutte le risposte già pronte, ma capaci di cercarle insieme creando i presupposti per trovarne altre. Accompagnare i genitori è mettersi al loro fianco con umiltà per aiutarli a scoprire che le ferite della loro vita possono diventare feritoie in cui riscoprire la presenza di un Dio mai conosciuto prima, di un Dio misericordioso pronto a offrire altre occasioni di salvezza ai suoi figli.

Naturalmente, l’azione dell’accompagnare va preparata da un accurato lavoro di équipe. Il lavoro di équipe è la capacità di far stare insieme le qualità e le abilità di ognuno, con una grande umiltà che porta a donare gratuitamente senza pretese. Il lavoro di équipe chiede anche uno studio attento della Parola di Dio attraverso l’ascolto e la preghiera, perché essa prima di parlare ai genitori, parli alla propria vita di adulto. Lavorare in équipe vuol dire anche saper programmare per tempo e, soprattutto, saper creare sinergie con altri membri e operatori pastorali della comunità parrocchiale perché questa non sia estranea al cammino di iniziazione cristiana di tanti suoi figli che stanno compiendo un percorso di conversione per rinascere a vita nuova.

Domenica 17 aprile nel pomeriggio all’Opsa di Sarmeola ci sarà il terzo incontro con gli accompagnatori dei genitori del cammino di iniziazione cristiana. Sarà un’occasione non solo per incontrare per la prima volta il vescovo Claudio e per presentargli il cammino fatto in questi anni, ma anche un momento formativo per riflettere sul saper lavorare in équipe.

Giorgio Bezze